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Portello Factory stories – 70 anni Alfa Romeo 1900: “l’auto di famiglia che vince le corse”

Portello Factory stories – 70 anni Alfa Romeo 1900: “l’auto di famiglia che vince le corse”

Portello Factory stories – 70 anni Alfa Romeo 1900: “l’auto di famiglia che vince le corse”

Dall’archivio della Scuderia del Portello e del Centro Documentazione Museo Storico Alfa Romeo.
Con il contributo della mostra ospitata dal mall Iper in Piazza Portello, Milano 23/24 settembre 2017

Introduzione a cura di Elvira Ruocco
Già dagli esordi la berlina progettata da Orazio Satta fu uno status symbol, il modello base era in vendita a due milioni e trecentomila lire.
Con uno dei più efficaci slogan degli anni ’50, fu definita: “l’auto per la famiglia che vince le corse”.
La 1900 uscì in strada la prima volta con Sanesi alla guida, il 2 marzo del 1950. A bordo c’erano: Garcea, Nicolis e Busso, il quale ricorda nel suo libro: “Il cuore dell’Alfa”, che quando scese dalla vettura, Garcea gli strinse la mano e gli disse: “Mille di questi giorni”.
La presentazione ufficiale avvenne il 2 ottobre 1950 all’Hotel Principe di Savoia a Milano e dopo pochi giorni fu presentata anche al Salone di Parigi, ma ci fu anche un’altra celebrazione: una cena di gala al Casinò di Sanremo che si svolse il 9 dicembre.
Fu davvero un successo sotto tutti i punti di vista , i dipendenti che nel 1950 erano 2.687, l’anno successivo salirono a 6.422. Se per produrre una vettura occorrevano prima 240 ore lavorative , con la linea di montaggio scesero a 100.
Le richieste provenivano da ogni parte, tutti volevano l’Alfona. Dal 1953, una versione della 1900 diventa la “pantera” della Polizia di Stato. Aveva il parabrezza di cristallo antiproiettile e il radiotelefono.

LA STORIA DIVENTA LEGGENDA
L’Alfa Romeo 1900 fu prodotta nello Stabilimento del Portello, a Milano, tra il 1950 e il 1958.
Agli inizi degli anni Cinquanta, le Alfa Romeo 6C, nate e sviluppate fra le due guerre con un’impostazione prettamente artigianale, erano ormai decisamente superate e l’Alfa Romeo ritenne che i tempi fossero maturi per realizzare una vettura moderna, al passo con le nuove tecnologie che ormai proponevano la carrozzeria con scocca integrata al telaio e una produzione di serie in catena di montaggio.
Il modello presentava diverse raffinatezze meccaniche ma il “cuore” della 1900 era il motore. Con questa vettura la casa milanese abbandonò i sei e otto cilindri in favore di un frazionamento a quattro cilindri che consentiva una minore imposizione fiscale. Veniva però rispettata la tradizione, con l’adozione della testata in lega leggera, dei due alberi a camme in testa e delle camere di scoppio emisferiche.
Il 4 quattro cilindri 1900 monocarburatore sviluppava ottanta cavalli, portati a novanta nel 1953.

Il design della carrozzeria, il progetto dettagliato di tutti i lamierati e persino lo studio delle attrezzature produttive furono integralmente eseguiti al Portello.
Nel 1951 venne lanciata sul mercato la versione coupé denominata “Sprint”, carrozzata da Touring e dotata di motore potenziato da 100 CV.
A partire dal 1952, anno in cui furono pienamente operative le catene di montaggio, alla 1900 berlina fu affiancata la versione TI (Turismo Internazionale) per venire incontro alle esigenze dei clienti sportivi che partecipavano alle corse di questa categoria.
La frenata era stata migliorata con tamburi dei freni di grande diametro, ma il modello era riconoscibile solamente per lo scarico a doppia uscita. Per ottenere un motore ancora più potente e affidabile, nel 1954 si aumentò l’alesaggio di 2 mm, lasciando invariata la corsa. La cilindrata passava così da 1884 cm3 a 1975 cm³: per l’occasione tutte le versioni ebbero la definizione di “Super” (“Super” la berlina normale, “Super TI” la berlina potenziata, “Super Sprint” la coupé), con l’adozione di una coppia di carburatori doppio corpo (tranne che per la Super berlina che mantenne l’alimentazione a carburatore singolo), portando la potenza della berlina Super a 100 CV e quella delle versioni Super Sprint a 115: prestazioni notevoli per l’epoca.
La produzione cessò nel 1958 con un totale di 19.198 Alfa Romeo 1900 berlina e coupé prodotte nei vari allestimenti.

Il successo di vendita fu superiore alle più rosee aspettative dei dirigenti della Casa. In breve, grazie anche ad alcune azzeccate carrozzerie speciali, divenne la vettura preferita dagli imprenditori, dagli uomini politici e dai personaggi dello spettacolo.
Dall’introduzione di questo modello nacque il concetto di berlina sportiva, che divenne una peculiarità dell’Alfa Romeo: la classica auto di famiglia per tranquilli week end di relax, ma alla quale bastava dipingere i numeri di gara sulle portiere per ottenere una macchina pronta a correre con disinvoltura in qualsiasi competizione.
Per questo fu battezzata “l’auto di famiglia che vince le corse”: con essa, tanto “gentlemen drivers” quanto assi del volante come Sanesi, Fangio, Sala, Bonini, Tadini, Taruffi (solo per citarne alcuni) parteciparono a gare prestigiose come la Mille Miglia, il Giro di Sicilia, il Rally di Montecarlo, la Coppa Intereuropa a Monza, la Targa Florio, la Carrera Panamericana in Messico e molte altre ancora, ottenendo importantissimi risultati.

LE 1900 DELLA SCUDERIA DEL PORTELLO
La Scuderia del Portello, dal 1982 il sodalizio ufficiale del brand Alfa Romeo per le vetture storiche da competizione, in quasi 40 anni di storia ha fatto sì che la 1900 fosse protagonista sui campi di gara più prestigiosi del mondo come la 1000 Miglia, la Carrera Panamericana in Messico, la Targa Florio, il Rally Montecarlo-Sestriere, la Coppa delle Alpi, il Gran Premio Nuvolari e Goodwood – solo per citarne alcuni – ottenendo importanti risultati come il Titolo Europeo F.I.A., la vittoria assoluta al Tour Auto in Francia e al Tour de España Cuervo y Sobrinos, oltre a diversi titoli di classe nelle gare di velocità per le vetture turismo e gts fino a 2000 cc. del periodo E (vetture costruite tra il 1947 e il 1961).
Nel 2020 in occasione dei 110 anni di Alfa Romeo e dei 70 anni della 1900, ha portato un team di tre vetture alla 1000 Miglia, tra cui la 1900 TI con cui Clay Regazzoni corse la Carrera Panamericana nel 2002, restaurata e approntata con il suo medesimo sistema di guida per disabili, ospite dell’ organizzazione per il progetto “Mobilità senza barriere” promosso dalla Scuderia del Portello in collaborazione con i partner che hanno “adottato” la vettura per la sua conservazione e il supporto al progetto di solidarietà a sostegno della paraplegia.

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